Lanzo d’Intelvi ha vissuto periodi di grande splendore, era un luogo di vacanze molto frequentato fin dal primo 900. Le ville liberty costruite a Lanzo da facoltose famiglie milanesi e comasche, mostrano ancora oggi la loro bellezza: muri in pietra ornati con armoniose grate in ferro battuto, portici raccolti, eleganti finestre colonnate che s’affacciano sulle montagne raccontano anche oggi una storia d’opulenza e di gusto.
All’inizio del 1900 Lanzo venne collegata con il lago di Lugano tramite una innovativa funicolare che è stata smantellata nel 1977. Ora si attende che la Regione Lombardia finanzi il progetto per ripristinarla.
I tempi cambiano
Oggi, le strade più larghe e la diffusione delle auto facilitano i contatti: un tempo questa era terra d’agricoltura difficile – fieno per gli animali, castagne e poco più – di boscaioli, d’intagliatori di pietra, i famosi “picapreda” che hanno realizzato opere d’arte in tutt’Europa.
Ora, molti intelvesi sono frontalieri nella vicina Svizzera, altri si dedicano ad attività imprenditoriali e commerciali legate al turismo. Ma è ancora vivo il ricordo delle tradizioni antiche; ad esempio, nei festeggiamenti in onore della Beata Vergine di Loreto, l’ultimo week-end di Gennaio: tre giorni di celebrazioni con processione solenne, bande musicali, vendite ad incanto nella piazza del paese; o nella rievocazione storica del Palio Lanzese, che vede i giovani sfilare in fastosi costumi medievali; o nella “Festa dei Cuurt” Di Scaria, che a Luglio anima le più belle corti del borgo; o ancora nella “Lanz cume Serum” d’agosto, rievocazione dei mestieri e dei cibi d’un tempo.
Agli ambienti dell’arte, la Val d’Intelvi riserva sorprese di rara bellezza.
Accanto al cimitero di Scaria, la chiesa romanica di S.Nazaro e Celso stupisce per i vividi affreschi rinascimentali. Nel centro del paese è invece il Museo d’Arte Sacra, con interessanti reperti della cultura religiosa della zona, e la chiesa tardo-barocca dedicata a S.Maria: qui, gli affreschi e gli stucchi decorativi di Diego e Carlo Innocenzo Carloni testimoniano la leggiadra purezza rococò del primo ‘700 intelvese, diffusosi rapidamente in tutt’Europa. Per secoli, gli artisti e gli artigiani della valle, maestri nell’arte della decorazione a scagliola, hanno lasciato raffinati capolavori nelle principali corti del vecchio continente.
Ecco alcune cartoline viaggiate e non, che testimoniano in qualche modo una Lanzo che fu, le abbiamo trovato on line e ne abbiamo indicato la fonte a fine pagina. Molti degli edifici indicati non esistono più, altri hanno mutato il loro aspetto, ma le bellezze naturali sono rimaste e alla fine sono proprio loro che fanno di Lanzo un luogo incantevole.
Sul Violet Belvedere e Dependance aleggia la presenza di Antonio Fogazzaro che in quel luogo scrisse il “Mistero del Poeta” ispirato all’inglese Violet Yves di cui si era perdutamente innamorato. Il Violet è attualmente semi distrutto, anche se pare suscitare l’interesse della vicina Svizzera.